GUTA - Gruppo Universitario Tradizioni Antiche
Stumenti
Lu Ddu bbotteLa Fisarmonica
La Zampogna
La Chitarra e gli Strumenti a Corda
Il Tamburello
La Grancassa
Il Tamburo a Frizione
Lu ddu bbotte
Organetto diatonico molto diffuso a partire dall'ottocento.
Esiste in varie versioni di cui quella classica presenta solo 2 bassi (da qui il nome " 'ddu bbotte") che emettendo dallo stesso tasto due note successive della scala, una in apertura e una in chiusura del mantice, rendono molto difficile la trascrizione sul pentagramma.
A causa della necessità di sviluppare un buon orecchio per suonarlo è lo strumento principe della musica non scritta tradizionale.
Ha in realtà sostituito zampogna e ciaramella, strumenti più difficili da suonare, anche se la sua capacità esecutiva è decisamente più limitata dal punto di vista musicale rispetto alla molto più complessa fisarmonica.
L'organetto diatonico è comune in centro e sud Italia ma viene prodotto principalmente nelle Marche e nell'Abruzzo settentrionale.
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La Fisarmonica
Strumento più versatile dell'organetto diatonico ma decisamente meno tradizionale.
Lo sostituisce nella folklorizzazione della musica e danze tradizionali per esempio nel liscio romagnolo.
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La Zampogna
Ha origini antichissime, probabilmente preistoriche se si pensa ai suonatori di doppio flauto d’osso, sicuramente romaniche e greche con le prime forme documentate di aerofoni muniti di otre.
Di certo è uno strumento appartenente alla cultura pastorale, come tale diffusamente conosciuto e suonato in vaste aree del globo.
In questa sede ci preme rimarcare il legame arcaico, una volta forte ed intenso, oramai labile e fragile tra la cultura popolare abruzzese e la zampogna.
Il distacco si è avuto in breve tempo (poco più di un secolo) dove la zampogna è stata soppiantata dall’organetto diatonico.
Secondo alcuni autori il motivo del disuso della zampogna è da attribuire alle sue difficoltà d’accordatura.
Fatto sta che in Abruzzo, un tempo centro indiscusso di costruttori e suonatori di zampogna, si è avuta una quasi totale estinzione degli zampognari.
Realtà ancora più deprimente è ormai il luogo comune dell’associare la zampogna alle festività natalizie.
Di fatto tutto il repertorio più antico e meno contaminato della musica popolare abruzzese proviene da “passate” per zampogna: saltarelle, quadriglie, polke, serenate e stornelli per poi arrivare al repertorio sacro della Passione, dei Santi ed infine del Natale!!!
Ci piacerebbe che l’orecchio disabituato dei molti tornasse ad apprezzare l’arte racchiusa in questo strumento, che fu dei veri abruzzesi e che oggi a stento sopravvive grazie al richiamo ancestrale che solo alcuni hanno la fortuna di ascoltare.
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La Chitarra e gli strumenti a corda
Gli strumenti a corda, tra cui mandolino chitarre e violino, sono usati largamente nella tradizione, specie per portare le partenze e le serenate.
Il violino trova largo uso anche nelle ballate, nelle quadriglie e nel ballo di sala in genere.
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Il Tamburello
Il Tamburello o "Tamorra" è uno dei pochi strumenti consentiti alle donne. Strumento principe nella ritmica delle saltarelle ove accompagnava la zampogna e la ciaramella fornendo la necessaria base percussionistica.
Spesso usato anche da solo per accompagnare i canti della mietitura e della raccolta delle olive.
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La Grancassa
Grande tamburo in pelle di capra percosso dal "mazzocco", produce un suono potente e sordo.
E' tipico del repertorio derivato dalla musica di parata militare ma in Abruzzo settentrionale assurge al ruolo di strumento principe in bande con tamburi di varie dimensioni usati in riti processionali o riti propiziatori.
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Il Tamburo a Frizione
Il tamburo a frizione, detto anche “vurra-vurrë”, “battafochë” o “vurriconë”, è costituito da una canna di fiume innestata al centro di una pelle sua volta tesa su un contenitore, in genere una botte di legno più o meno grande o un recipiente di latta o di terracotta, che funge da cassa di risonanza.
Il suono è prodotto per attrito dalla mano inumidita o da una pezzuola o una spugnetta bagnata e fatta scivolare lungo la canna. In questo modo si inducono vibrazioni nella pelle che, amplificate dall’aria contenuta nella cassa armonica, producono il caratteristico, divertente e a volte inquietante, suono.
In genere è adoperato per le questue di Sant’Antonio Abate o del Carnevale.
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